Non andare in terapia
Nella società attuale la maggior parte delle pratiche si focalizza sull’ottenere risultati, insegnare a fare “la cosa giusta”, imparare formule per fare ciò che si dovrebbe, per motivarci ed essere persone assertive, che si fanno rispettare, che sanno esternare in modo corretto: insomma che “sanno fare bene”.
In quest’epoca, in quest’ottica, l’Essere è schiacciato: schiacciato da ciò che è giusto, da ciò che si pensa sia corretto.
In questo contesto la pratica psicoterapeutica (delle terapie del profondo), quella che segue ancora la massima del “conosci te stesso”, diventa difficile: poiché in questo caso la terapia ha lo scopo di comprendere ( com=cum insieme; prehendere= prendere; prendere insieme) ciò che si è, ossia di rendersi consapevoli di tutti gli aspetti che ci appartengono, (belli e brutti, buoni e cattivi, quelli che Jung definisce come lati luce e ombra) di prenderli con Sé, rendendosi responsabili cercando la propria strada.
Spesso è molto più facile percorrere una strada già battuta, definita e conosciuta, che conduce ad una destinazione sicura: il problema è che non è detto che sia proprio quello che cercavamo, che desideravamo.
In questo contesto la pratica psicoterapeutica (delle terapie del profondo), quella che segue ancora la massima del “conosci te stesso”, diventa difficile: poiché in questo caso la terapia ha lo scopo di comprendere ( com=cum insieme; prehendere= prendere; prendere insieme) ciò che si è, ossia di rendersi consapevoli di tutti gli aspetti che ci appartengono, (belli e brutti, buoni e cattivi, quelli che Jung definisce come lati luce e ombra) di prenderli con Sé, rendendosi responsabili cercando la propria strada.
Spesso è molto più facile percorrere una strada già battuta, definita e conosciuta, che conduce ad una destinazione sicura: il problema è che non è detto che sia proprio quello che cercavamo, che desideravamo.
Cercare nuove strade, proprie ed uniche, e seguirle è un’impresa da esploratori: richiede la necessità di assumersi dei rischi, pazienza, attenzione, capacità di attendere e tanto coraggio per entrare in regioni ignote o scarsamente note, per andare in avanscoperta, per essere un pioniere e vivere le proprie avventure. E tutte le avventure hanno delle difficoltà, ostacoli, presentano dubbi, e alcuni punti in cui ci si sente persi poichè non c’è mappa conosciuta che si possa seguire: allora c’è bisogno di avere un buon equipaggiamento, conoscere le proprie risorse, avere qualcuno con cui percorrere questo sentiero nuovo e non sentirci soli.
Provare, sbagliare, ed imparare.
Allora non andate in Terapia.
Non andate in terapia se cercate che qualcuno vi dia delle soluzioni giuste e delle risposte esatte: il terapeuta cercherà, comprenderà e accompagnerà solo le vostre.
Non andate in terapia se volete ” fare bene e fare giusto”: il terapeuta cercherà di esplorare con voi cosa è giusto o no per voi e vi aiuterà a sostenere ciò che Volete, non ciò che dovete essere.
Non andate in terapia se non volete più commettere errori: il terapeuta sarà lì con voi per farveli commettere, per accettare la vostra fallibilità, fragilità, per essere imperfetti, perché questo è l’unico vero passo per il cambiamento, per rendersi responsabili, comprendendo se e come poter fare diversamente. Solo attraverso l’accettazione (non la giustificazione) di Sé, c’è la libertà di essere.
Il terapeuta è il vostro compagno d’avventura, di esplorazione, di viaggio verso le vostre terre sconosciute: potrà tenervi la luce quando il sentiero si fa buio, oppure allungare il braccio per percorrerlo insieme, ma seguirà la vostra strada perché ciò che si cerca non è essere bravi giusti e perfetti, ma sostenervi, spronarvi, a stare con voi nel cammino unico, speciale, difficoltoso, buio, spesso incerto, ma forse proprio per questo meraviglioso e pieno di scoperte, che è la vostra vita, la vostra avventura da esplorare.
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