Quando il cuore va in pezzi

A volte sembra che il cuore vada in pezzi: si scontra con qualcosa e si rompe. Come una tazza che cade e vedi i pezzi di coccio per terra: li prendi e cerchi di capire come rimetterli insieme, se si possono attaccare, se coincidono per bene. A volte ti capita di guardarli e di pensare “ma come ha fatto a rompersi in così tanti pezzi se ha preso un solo piccolo colpo?”. Allora ti ricordi che la tazza era già caduta, si era già scontrata: si era formata una crepa, era saltato un piccolo angolo, avevi già messo la colla in alcuni punti. Oppure, durante uno scontro, si era creata una crepa e nemmeno te ne eri accorto. E allora la guardi e cerchi di ricordati come l’avevi attaccata prima, com’era quella crepa e, a volte, riesci anche a metterla a posto, la riattacchi e tutto ti sembra che sia come prima: la verità è che si è formata un’altra crepa, un altro punto di rottura, un altro spazio di fragilità. Quando questi diventano troppi la tazza si frantuma in mille pezzi e non c’è colla o scotch che tenga… si potrebbe provare a rimettere insieme tutti i più piccoli pezzi, ma poi sai che quella tazza non la potrai usare più perché, al più piccolo colpo, alla minima variazione, non reggerà, si aprirà, e ti cascherà il caffè bollente addosso. E ti trovi a dover buttare la tua tazza preferita per doverne ricomprare un’altra, che non ti sembrerà mai bella come quella di prima ma, prima o poi, diventerà la tua preferita.

Ecco, a volte, sentiamo il nostro cuore simile ad una tazza che è andata in mille pezzi e sembra che l’unica soluzione sia buttarlo via e ricomprarne uno nuovo. Per (s)fortuna il cuore è un muscolo, il cuore è Vivo, e non si fa mai in pezzi così piccoli da non poterli mettere insieme: solo che delle volte ci appaiono talmente invisibili, tutti quei pezzettini, che ci verrebbe da buttare la spugna e non usarlo più, o rimetterli insieme per l’ultima volta e lasciarlo lì che faccia il minimo indispensabile, che sia come da esposizione. A volte, proprio perché ha una crepa, anche un colpo minimo ci dà l’impressione che lo mandi in frantumi: ma forse quel colpo è solo una goccia che, questa volta, ha fatto rompere un vaso che già era crepato.
La fortuna del nostro cuore è che non ha bisogno di colla, perché non va mai in pezzi del tutto, anche se ci sembra che sia così: il nostro cuore ha bisogno, però, di tutta la nostra pazienza, di tutta la nostra fede, di tutto il nostro coraggio per non lasciarlo lì in esposizione, fermo e immobile, perché abbiamo paura che si rompa, oppure per evitare di far finta che lo abbiamo buttato, che non ci sia più.

Il nostro cuore ha bisogno di tutta la nostra pazienza, di tutta la nostra fede, di tutto il nostro coraggio per essere curato nelle sue fragilità: il nostro cuore non è una cosa, è vivo, e noi dobbiamo ascoltarlo, capirlo, e se si rompe con un semplice colpo, comprendere qual’era la crepa.

E stare lì.
Curarlo, amarlo, capirlo, proteggerlo quanto basta, lasciarlo libero di sentire quello che c’è e non rimettere a posto i pezzi come se la crepa non fosse mai esistita, o facendo finta che non ci sia: “il caffè bollente, prima o poi, ci cadrà addosso”.
Il nostro cuore non è una tazza, non si infrange sulle cose, ma spesso è talmente ferito che sembra irreparabile: ancora di più in quel momento dobbiamo Impegnarci, raccogliere tutta la nostra pazienza, tutta la nostra fede, tutto il nostro coraggio per Curarlo.
Curare deriva dal latino, e significa osservare, ma anche dal sanscrito, in cui significa saggio: osservare saggiamente ed occuparsene con assiduità, premura e delicatezza. Ha bisogno che noi siamo lì anche quando è difficile, soprattutto quando è difficile e doloroso, anche quando ci sembra impossibile, perché è Nostro e se non ci impegniamo noi al massimo, non potrà farlo nessun altro.
Ha bisogno di vita, e la vita è piacere ma anche, spesso, dolore.
E’ fatto per pulsare, non per essere da esposizione, fermo e immobile. Anzi, è forse proprio questo che lo rende sempre più secco e fragile nel tempo. Come recita uno dei miei film preferiti: “Lei non ha le ossa di vetro, lei può scontrarsi con la vita. Se lei si lascia scappare l’occasione sarà il suo cuore che diventerà secco e fragile, come il mio scheletro. Perciò si Lanci: accidenti a lei.”